Tuesday, August 27, 2024

"Sarò con te" - Documentario 3° scudetto della SSC Napoli sbarca su Netflix



Netflix ha recentemente annunciato l'uscita di un nuovo documentario intitolato "Sarò con te", disponibile ora sulla piattaforma di streaming. Questo documentario racconta la storia emozionante e ispiratrice del Napoli, uno dei club calcistici più amati e seguiti in Italia e nel mondo, soprattutto durante la stagione 2022-2023.

"Sarò con te" offre uno sguardo intimo e profondo sulle vicende interne del club, esplorando i momenti salienti della stagione che ha riportato il Napoli sul tetto d'Italia, dopo oltre 30 anni di attesa, con la conquista del tanto ambito scudetto. Il titolo del documentario riprende una frase del celebre coro dei tifosi napoletani, espressione della passione e dell'amore incondizionato che lega i supporter alla loro squadra.

Il documentario non si limita a celebrare i successi in campo, ma mette in luce anche le difficoltà, le sfide e le dinamiche umane dietro le quinte. Attraverso interviste esclusive con i giocatori, lo staff tecnico e i dirigenti, "Sarò con te" offre una prospettiva unica sul mondo del calcio, mostrando come la passione, la dedizione e lo spirito di squadra possano superare qualsiasi ostacolo.

"Sarò con te" è destinato non solo ai tifosi del Napoli, ma a tutti gli amanti del calcio e dello sport in generale. Con immagini spettacolari e una narrazione coinvolgente, il documentario riesce a catturare l'essenza di una stagione che rimarrà nella storia del calcio italiano.

Adesso disponibile sulla piattaforma Netflix.



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©2024 The Hidden Review

Sunday, August 18, 2024

Alain Delon: The Eternal Symbol of European Cinema and Artistic Legacy




The world of cinema mourns the loss of Alain Delon, an actor whose name has become synonymous with elegance, intensity, and an enigmatic screen presence. Delon, who passed away at the age of 88, was more than just an actor; he was a cultural icon who embodied the spirit of French cinema for over six decades.

Born on November 8, 1935, in Sceaux, France, Alain Delon’s journey to stardom was anything but conventional. Before his foray into acting, Delon had a tumultuous youth, marked by a stint in the French Navy and a variety of odd jobs. His striking good looks and undeniable charisma eventually led him to the film industry, where he would leave an indelible mark.

Delon’s breakthrough came in 1960 with his role in Luchino Visconti's Rocco and His Brothers (Rocco e i suoi fratelli), where he played the sensitive and tragic Rocco Parondi. The film showcased Delon’s range as an actor, blending vulnerability with a brooding intensity that would become his trademark. His collaboration with Visconti continued in 1963 with The Leopard (Il Gattopardo), in which Delon portrayed the dashing yet melancholic Prince Tancredi. The film, an epic tale of political change and social upheaval, solidified Delon’s status as an international star.

One of Delon’s most iconic roles came in 1967 when he starred as the cool, detached hitman in Jean-Pierre Melville’s Le Samouraï. Delon’s portrayal of Jef Costello, with his steely blue eyes and minimalist dialogue, became a defining moment in his career and a seminal performance in the genre of crime thrillers. The film remains a masterpiece of style and mood, and Delon’s performance is often cited as one of the greatest in cinematic history.

Throughout the 1960s and 1970s, Delon continued to captivate audiences with his roles in films such as Purple Noon (Plein Soleil), The Swimming Pool (La Piscine), and The Sicilian Clan (Le Clan des Siciliens). His on-screen persona—often a mix of aloofness, danger, and allure—made him one of the most sought-after actors of his generation. He worked with some of the greatest directors of the time, including Michelangelo Antonioni, Joseph Losey, and René Clément, creating a body of work that remains influential and revered.

Beyond his acting, Delon was also a producer and occasionally ventured into directing. He possessed a sharp sense of business acumen, which allowed him to have a say in the types of projects he took on, ensuring his career longevity. Despite his immense success, Delon remained a complex figure, often courting controversy with his candid remarks and tumultuous personal life. Yet, this only added to his allure, making him one of the most enigmatic figures in French culture.

In later years, Delon’s appearances on screen became less frequent, but his impact on the film industry remained undeniable. He was honored with numerous awards throughout his career, including the Honorary Palme d'Or at the Cannes Film Festival in 2019, a recognition of his outstanding contributions to cinema.

Alain Delon’s legacy is not just that of an actor but of a symbol—a symbol of a particular kind of European cinema that exudes sophistication, mystery, and a touch of danger. His performances continue to inspire actors and filmmakers alike, ensuring that his influence will endure for generations to come.

As we bid adieu to this legendary actor, we remember the countless moments of cinematic brilliance he gave us. Alain Delon was not just a star; he was an icon, a man who lived and breathed the art of film, leaving behind a legacy that will shine brightly for years to come. His presence will be sorely missed, but his work will continue to speak for him, reminding us of the enduring power of cinema.


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©2024 The Hidden Review

Wednesday, August 7, 2024

Prime Video | The Mallorca Files is returning with Season Three premiering on 8 August

 

Prime Video announced the feel-good detective drama The Mallorca Files, is returning with Season Three premiering on 8 August. The all-new season will be made available to Prime Video customers in select territories around the globe, including the U.S., U.K., Germany, Australia, and Mexico. All eight episodes will be available on premiere day. The first two seasons are currently available to watch in the U.S. on the free streaming service Amazon Freevee. Prime Video customers will also be able watch Seasons One and Two later this summer.

 
Set on the sun-drenched and glamorous Spanish island of Mallorca, The Mallorca Files centres around ambitious British detective Miranda Blake (Elen Rhys, Consent, The One That Got Away) and her laid-back German partner Max Winter (Julian Looman, The Ibiza Affair, Constellation), who make up the perfect team – if only they could see it. In Season Three, amid high-stakes adventures, treasure hunts, arson, kidnappings, and murders, Max and Miranda’s personal tensions and odd-couple partnership are put to the test. Overseeing their cases is the mercurial and volatile Inés Villegas (María Fernández Ache, Lost in Karastan).

Tuesday, August 6, 2024

L'intervista ad Eduardo Cocciardo, scrittore, attore e regista




Eduardo, come il Maestro Eduardo De Filippo. Mi perdonerà, ma mi sorge una domanda spontanea: con questo nome ha mai pensato che il suo destino nel teatro e nel cinema fosse già segnato?

Sicuramente il grande Eduardo è stato e sarà sempre uno dei miei più grandi punti di riferimento, sia dal punto di vista autoriale che attoriale. Per quanto riguarda il nome, mio nonno si chiamava così e, ad un certo punto, ho capito che quella era la mia strada, irta di difficoltà e sacrifici, ma sì, in un certo senso segnata, più che da quel nome, da una passione radicata che ereditavo da mio padre, amante del teatro e, da giovane, fondatore e regista di una compagnia amatoriale.

Scrittore, regista e attore. Secondo lei, di che pasta è fatta il filo rosso che unisce questi tre mestieri?

Tre ruoli solo apparentemente separati, ma, appunto, uniti da un filo rosso costituito secondo me da un elemento che li sottende: la creazione. Scrivere è creare a distanza, dirigere è creare sul set, recitare è creare nella cornice della finzione. Tre momenti di creazione distanziati solo dalla presenza più o meno forte dell’istinto. La fase della scrittura iniziale - può essere narrativa o di un copione cinematografico e teatrale - è caratterizzata dal predominio della ragione e della riflessione, la regia, per quanto introdotta da tutto un lavoro di ideazione, pianificazione e preparazione, si basa poi anche sull’istintività che rimescola, smussa, rivede direttamente sul set, ed, infine, la recitazione, anch’essa introdotta da una fase di preparazione, da’ poi spazio anche agli impulsi più profondi. In conclusione, dunque, non scindo le tre fasi, ma è come se la “scrittura” non si interrompesse mai e proseguisse nelle altre due.

Ho letto che ha studiato con maestri del calibro di Dario Fo e Lello Arena, in che modo sono stati determinati nel suo percorso di formazione?

Sono stati per certi versi fondamentali, il primo facendomi avvicinare alla magia delle maschere e della commedia dell’arte, e dunque a tutto quel bagaglio espressivo che è proprio del teatro antico e moderno, e che costituisce ancora la base tecnica del lavoro attoriale tout court, il secondo avvicinandomi, quasi come un transfer, al grande Massimo Troisi, amato, studiato e forse ancora da scoprire.

Quando penso a Lello Arena inevitabilmente mi viene da pensare a Massimo Troisi. Quanto ha influito e influisce la figura di Massimo Troisi nei suoi progetti e nella sua carriera? Penso al suo libro: “ L’applauso interrotto- poesia e periferia nell’opera di Massimo Troisi” edito da Non solo Parole Edizioni.

Troisi è stato per me prima lo specchio in cui vedevo riflesse tutte le incertezze della mia epoca giovanile e poi il grande riferimento artistico e di scrittura, perché in lui ritrovavo, come è trattato analiticamente nel saggio, un unicum del cinema italiano, una visione periferica e rivoluzionaria che ribaltava ogni codice e luogo comune, in vista di una rigenerazione della vita umana nel segno dei sentimenti e delle emozioni pure. Purtroppo, dopo la morte di Troisi, la società e il sistema dello spettacolo non sembrano aver davvero recepito il suo straordinario messaggio.

Ad oggi, che cosa direbbe a Massimo Troisi, se fosse ancora fisicamente qui con noi?

Caro Massimo, tu che puoi, facci vedere la verità dietro gli inganni della nostra epoca.

La scelta di ambientare il suo film “Prima del giorno dopo” su un’ isola del Mar Tirreno, riflette l’influenza affettiva che l’isola d’Ischia ha nella sua vita?

prima del giorno dopo, un film di Eduardo Cocciardo
Sicuramente il legame con l’isola natale è forte. C’era però la volontà di mostrare un volto nuovo, mai visto al cinema, dell’isola d’Ischia: un volto selvaggio, primordiale, come forse doveva essere quello della fase precedente all’urbanizzazione galoppante ed al turismo di massa. Allo stesso tempo, Ischia ha una storia millenaria, ed è collegata profondamente al mito greco, a tutto un immaginario che nel film è fondamentale sia da un punto di vista narrativo che stilistico.

Il suo film: prima del giorno dopo è un film in cui coesistono tre generi: horror, commedia e drama, questo fa pensare a una complessità degli archi narrativi dei personaggi? Che lavoro c’è stato in questo senso?
E’ uno stile che sto provando ad affinare nel tempo. Tentare di andare oltre certi limiti narrativi, soprattutto del nostro cinema, spesso sempre troppo uguale a se stesso. Per questo, partendo dai topos di ciascun genere, il lavoro è poi quello di forzarlo, per aprire nuove porte, nuove angolazioni, e far comunicare i generi fra loro, senza barriere.
Il risultato che se ne ottiene è, da un lato, di maggiore avvicinamento alla realtà in quanto tale, dove tutto è inevitabilmente mescolato, e dall’altro di analisi poetica della stessa realtà, che comincia ad apparirci spoglia di filtri e inquadrata da angolazioni che cominciano a disvelarla, svelando allo stesso tempo come tutto, nel mondo, è inestricabilmente unito ed in continua comunicazione, aldilà del bene e del male ed aldilà della visione convenzionale del tempo, che separa tutto nei compartimenti stagno del passato, del presente e del futuro, come se le cose non restassero più collegate.

Un consiglio che darebbe a un giovane attore? A un giovane scrittore? E a un giovane regista?

Uno solo. Crederci sempre, ma prima valutando dentro di sè se ne vale davvero la pena. Se la risposta è sì, nulla sarà impossibile.

Si è dichiarato innamorato della possibilità di sognare un mondo nuovo attraverso il teatro e il cinema. È così che allora la magia del teatro e del cinema diventano più reali di quanto si creda, a suo avviso?

Assolutamente sì. Proprio Eduardo, De Filippo intendo, proseguendo in un’idea che era già di Shakespeare, vedeva nel teatro una forma di intervento “politico” nella realtà. La magia è la veste e il grimaldello per guardare attraverso lo specchio, e scorgere, come diceva Baudelaire, la verità nella foresta di simboli del mondo.

Cosa si augura, per l’ immediato o prossimo futuro?

Per il mondo, qualcosa di più vero e meno tondo, parafrasando Eduardo. Per me, di avere la forza e la fortuna per proseguire su questa strada, che ora comincerà ad essere ancora più in salita.

TrailerPrima del giorno dopo Film


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